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I popoli della Patagonia ancestrale

Visitando il Museo  de culturas originarias Patagónicas

Sono 13'000 anni che abitiamo in questa regione, la Patagonia ancestrale...

Millamain, lonco pehuenche, catturato dalle truppe  del Colonnello Rufino Ortega nel 1882.

Fonte: Museo de las culturas originarias Patagónicas de Napahuel

Il popolo TEHUELCHE

Noi ci chiamiamo CHONEK ( noi gli uomini), gli spagnoli ci chiamarono “Patagones”, attualmente ci conoscono come Tehuelche ( gente inquieta o grossolana). Esistono diversi gruppi: gli AONIKENK che abitano dal Rio Chubut fino al sud di Santa Cruz. I GüNüNa KüNA stanno dal Centro del Chubut verso il nord, i CHEUACHE KENK abitano vicino alla Cordillera. Ognuno di questi gruppi fanno parte di un’unica cultura, ma a dipendenza del territorio in cui abitiamo abbiamo acquisito differenti caratteristiche proprie del luogo in cui ci relazioniamo. All’inizio eravamo cacciatori, pescatori e raccoglitori di frutti. Per cacciare usavamo un arco fatto con budella di guanaco e “caña Colihue”, una sorta di bambù. Le frecce erano anche di canna, con la punta di pietra lavorata.

 

Il nostro abito era una cappa di pelle, gli AONIKENK la chiamavano “Kav Guatenk”, i GüNüNa KüNA dicono “Gütruj” mentre i MAPUCHE la chiamano “Waralka” . Oggi diciamo “Quillango” che deriva dal termine Guaraní.  L’arrivo dell’uomo bianco non è un bel ricordo. La “Conquista del desierto” da parte dei militari nel 1879 distrusse la nostra cultura. Quelli che sopravvissero alle battaglie dovettero fuggire, disperdendosi e formando accampamenti misti e diversi. Nacquero così le riserve indigene in cui dovevamo convivere con i nostri fratelli Mapuche. Non potevamo più percorrere liberamente la nostra regione di pascoli e terre, perché i campi furono recintati. Non potevamo neppure cacciare e alcuni proprietari terrieri pagavano per le nostre orecchie. In seguito si aggiunsero le malattie, l’alcol, l’evangelizzazione, l’educazione scolastica, la proibizione di parlare la nostra lingua, e ci dimenticammo del nostro idioma. Nella provincia di Chubut viviamo nelle città e in comunità, però dove preserviamo le tradizioni e la cultura è nella comunità di Tramaleo, Loma Redonda e El Chalía, nel sud della provincia.

Il popolo MAPUCHE

Siamo un popolo che abita nei due lati della cordigliera. Gli antichi dicono: GULUMAPU (terra dell’ovest, Cile) e PUELMAPU (terra dell’est, Argentina). Gli spagnoli ci chiamano “araucanos” ma noi ci chiamiamo MAPUCHE (gente della terra). Nella nostra cultura esistono diversi gruppi,  GULUCHE (gente dell’ovest); PUELCHE (gente dell’est); WILLICHE (gente del sud); PIKUNCHE (gente del nord). Ogni gruppo possiede caratteristiche proprie, relazionato al luogo in cui viviamo. Nella prvincia di Chubut viviamo in comunità distribuite in ogni punto cardinale. La nostra lingua è il MAPUZUNGUN (la parlata della terra). All’inizio eravamo agricoltori ma allevavamo anche uccelli, lama e guanacos. Da questi ottenevamo la lana per il WLTRAL (telaio) dove le donne tessevano e tessono ancora gli abiti. Quando arrivò il WLNGKA (bianco) si conobbe la lana di pecora, il pelo di capra e i cavalli. Anche se siamo riconosciuti nella Costituzione Nazionale come popoli preesistenti lo stato, continuano ad esistere conflitti. Le comunità reclamano il diritto alla terra, all’identità e alla autodeterminazione. La mancanza di lavoro rurale fa sì che molti mapuche se ne vanno a vivere nelle città. Lì impariamo, studiamo, lavoriamo e continuiamo a lottare per preservare, trasmettere e mantenere viva la nostra cultura.

 

Fonte: prospetto del Museo de culturas originarias patagonicas en Nauelpan

Foto scattate  al Museo di Nahuelpan